Puoi sopravvivere tre giorni?

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Parlando con Aziende che ancora non conoscono e non applicano i miei metodi per garantire la sicurezza dei dati, il senso di una frase ricorrente che sento è: “Se restassimo senza il server per due o tre giorni non sarebbe un problema… Noi non facciamo grandi cose con i computer”. Si tratta di un errore madornale, ma spesso faccio molta fatica a farlo comprendere al mio interlocutore.
Ciò deriva dal fatto che, molto spesso, l’utente di un sistema informatico non ha la percezione di come funzioni la propria postazione di lavoro. Perché riesci a ricevere una mail? Perché riesci a stampare un documento? Come avviene il collegamento al tuo remote banking? Chi dice al tuo telefono di squillare quando qualcuno ti cerca?

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Due parametri molto importanti: RTO e RPO

 

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Il Recovery Time Objective (RTO) e il Recovery Point Objective (RPO) sono due parametri di fondamentale importanza se si parla di ripristino dei dati dopo un disastro. Quando, durante la progettazione del sistema di backup, nella tua valutazione iniziale non consideri in modo accurato questi due valori, il risultato che spesso ottieni è una grande perdita di denaro in caso di necessità di ripristino.
Ogni Azienda dovrebbe assegnare a ciascuna applicazione e a ciascun dato, un valore in termini di RTO e di RPO. Questa valutazione iniziale ti consente infatti di pianificare in modo corretto la tipologia di backup da eseguire sui singoli componenti del tuo sistema di lavoro. Per meglio chiarire i concetti espressi voglio partire dalla definizione corretta dei due parametri e fornire degli esempi pratici.

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Le 3 convinzioni (errate) che ti faranno perdere dati e soldi

 

imageI tuoi dati corrono un costante rischio perché, molto probabilmente, stai commettendo uno dei fatidici 3 errori di valutazione. Nei miei anni di esperienza ho verificato che in quasi tutte le aziende, gli studi professionali e le attività commerciali ne viene commesso almeno uno, che equivale ad affidarsi completamente e in modo del tutto inconsapevole alla fortuna. Il problema è che una qualsiasi di queste 3 certezze ti pone in una condizione di (falsa) invulnerabilità, per poi sbatterti davanti al plotone d’esecuzione, nudo, nel momento del bisogno. Continua a leggere

Perché lo script che copia i dati non è un backup affidabile?

JackTheRipperSpesso la sicurezza dei dati aziendali viene assicurata dal famoso script che gira di notte, realizzato a mano per copiare i dati su un supporto esterno. L’ultimo soggetto che, come lo script, ricordo bene girasse la notte fu Jack lo Squartatore. La storia ci ha insegnato quanto questo individuo fosse poco raccomandabile. Nonostante tutto, se dovessi scegliere tra l’affidare i miei dati allo script, oppure uscire a fare una passeggiata notturna con Jack, indubbiamente sarei più a mio agio nel secondo caso.
Qui di seguito elenco solo alcune tra le caratteristiche che rendono insufficiente ed inefficace un sistema di backup basato unicamente su uno script fatto a mano.

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Sei consapevole dell’importanza dei tuoi dati?

Da quasi un ventennio mi occupo di informatica per aziende e ho seguito da vicino clienti operanti nei settori più disparati. Commercio, produzione, servizi, turismo, pubblica amministrazione… Beh, ho riscontrato nella quasi totalità di loro una caratteristica comune: in Italia, la sensibilità dell’imprenditore verso la sicurezza dei dati aziendali (database del gestionale, magazzino, documentazione e fotografie, posta elettronica, archivi, ecc.) è prossima allo zero. Quello di cui sembra mancare la consapevolezza è il fatto che una perdita dei dati porta quasi sempre conseguenze catastrofiche.
Vorrei raccontare una storia vissuta in prima persona qualche tempo fa.

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