Perché al tuo informatico viene un infarto quando chiedi di recuperare un backup?

imageNon so se ti sia mai capitato di vedere la faccia del tuo tecnico informatico alla seguente richiesta: “abbiamo cancellato un file per sbaglio. Servirebbe recuperarlo alla versione dell’altro ieri”. O anche peggio: “si è rotto un disco del server… dobbiamo cambiarlo e recuperare tutto dal backup di ieri sera”.

Beh, probabilmente l’espressione sarebbe simile a quella dell’immagine qui sopra.

Se la richiesta è stata fatta al telefono non l’hai visto, ma potresti averlo sentito deglutire nervosamente. La salivazione azzerata dovrebbe aver dato origine ad un suono tipo quello della carta vetrata strofinata sulla ringhiera del balcone prima di dare l’antiruggine.

Perché una persona così competente dovrebbe essere terrorizzata da quella che, secondo te, dovrebbe essere una procedura di routine?

Forse perché quella che manca è proprio la routine…

Sai cosa si intende quando si parla di routine?

Ti riporto due definizioni tratte dal vocabolario Treccani:

Pratica, esperienza (abilità che si è acquistata per mezzo dell’esperienza e non attraverso le regole e lo studio)

oppure

Nelle attività produttive industriali e commerciali, e anche in diagnostica, analisi di routine, controlli di routine, effettuati normalmente e periodicamente, con maggiore o minore frequenza.

Ora pensa al tuo sistema di salvataggio dei dati e identifica le operazioni eseguite come routine.

Il cambio del supporto che fai ogni giorno? Si, quella è una routine, ma che ha poco a che vedere con il ripristino dei dati.

Nient’altro?

Vuoto assoluto?

Ecco! Questo è il problema.

Il ripristino dei dati deve diventare un controllo di routine!

Affinché tu possa davvero stare tranquillo, e per fare in modo che al tuo informatico non venga un infarto quando lo chiamerai chiedendo di recuperare i dati a seguito di un qualsiasi evento (guasto, furto, errore umano…), devi fare in modo che il ripristino sia considerato un’operazione di routine.

Per far si che ciò avvenga, l’unica cosa che puoi fare (tu oppure il tuo tecnico), è fare dei ripristini periodici.

Il principio è identico alle esercitazioni che vengono fatte dai militari, dai vigili del fuoco, dalla protezione civile, dal personale dell’ambulanza…

Pensaci bene.

Ovunque si abbia a che fare con la gestione delle emergenze vengono fatte delle esercitazioni che simulano le situazioni di emergenza reali. Il tutto per fare in modo che le procedure da attuare diventino routine.

Senza routine la situazione di emergenza da origine al panico.

Nel panico, tu sei sotto shock per la paura di perdere i dati e quindi il business. Il tuo tecnico è sotto shock perché teme di non riuscire a recuperare i dati e di venir quindi appeso per il collo finché morte non sopraggiunga.

Nessuno dei due ha la certezza di riuscire a portare a termine il recupero con successo.

Come creare la routine?

Puoi riuscirci pianificando dei test di ripristino periodici.

Potresti ad esempio simulare un ripristino ogni due mesi, ottenendo quindi due risultati di importanza assoluta:

  1. Il ripetersi delle operazioni darebbe vita alla routine. In caso di emergenza sapreste (tu e il tecnico) che i dati sono recuperabili  e quali sono le operazioni da compiere per raggiungere lo scopo;
  2. Avresti la certezza che il backup, a fine bimestre, sia recuperabile. Questo eviterebbe di accorgersi di un problema bloccante, che impedirebbe il ripristino, durante una vera emergenza.

Questo ed altri preziosi consigli sono descritti nel mio ebook “La sicurezza in 4 mosse – Guida alla realizzazione di un Disaster Recovery Plan” che puoi ottenere, gratuitamente, compilando il form che trovi qui sotto.

Non aspettare oltre! Compila il form e comincia a creare la tua routine!

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Andrea Monguzzi
Sistemista da un ventennio, appassionato di informatica dalla nascita. Aiuto aziende e professionisti a cogliere i benefici e a districarsi dalle insidie dell'era digitale consigliando quale tecnologia adottare in base al tipo di esigenza specifica. Tendenzialmente pigro, caratteristica distintiva del vero nerd, da anni mi adopero affinché le macchine facciano quello che non voglio fare io. Posso quindi aiutarti a fare in modo che sia l'informatica a lavorare per te e non il contrario. 🙂
Andrea Monguzzi

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